Immanuel Kant

Immanuel Kant nacque nel 1724 da una famiglia di origine scozzese a Königsberg, nella Prussia orientale.  





CRITICA DELLA RAGION PURA

Consiste in un'analisi critica dei fondamenti del sapere che al tempo di Kant si divideva in scienza e metafisica:
  1. la prima appare a Kant come un sapere fondato e in continuo progresso (Kant respinge lo scetticismo scientifico di Hume che aveva nutrito dubbi anche sulla validità della scienza);
  2. riguardo alla seconda Kant condivide invece lo scetticismo metafisico di Hume.

Giudizi sintetici a prioriCioè giudizi che aggiungono un predicato al soggetto; sintetici perché il predicato aggiunge qualcosa di nuovo; a priori perché non derivano dall’esperienza. I giudizi sintetici a priori sono la base della scienza, ciò che le conferisce stabilità e universalità.

scienza = esperienza + principi sintetici a priori


Da dove provengono i giudizi sintetici a priori visto che non derivano dall'esperienza?
Per rispondere Kant elabora una nuova teoria della conoscenza intesa come sintesi di materia e di forma:
  1. Per materia intende la molteplicità delle impressioni sensibili che provengono dall'esperienza (quindi empiriche e a posteriori);
  2. per forma intende l'insieme delle modalità fisse attraverso cui la mente ordina tali impressioni (quindi razionali e a priori).
Egli ritiene che la mente filtri i dati empirici attraverso forme innate che sono comuni ad ogni soggetto.

I tre gradi della conoscenza

Kant articola la conoscenza in tre facoltà principali: 
  1. la sensibilità: la facoltà con cui gli oggetti ci sono dati intuitivamente attraverso i sensi e tramite le forme a priori di spazio e di tempo
  2. l'intelletto: la facoltà attraverso cui pensiamo i dati sensibili tramite le categorie;
  3. la ragione: la facoltà attraverso cui cerchiamo di spiegare, andando oltre l’esperienza, la realtà mediante le idee di anima, mondo e Dio.
Kant suddivide la Critica della ragion pura in 3 sezioni:

  1. Estetica trascendentale che studia la conoscenza intuitiva;
  2. Analitica trascendentale che studia la conoscenza non intuitiva, che avviene per concetti;
  3. Dialettica trascendentale che studia la possibilità di conoscere il sovrasensibile, ovvero se la metafisica può essere scienza.

CRITICA DELLA RAGION PRATICA

La Critica della ragion pratica si propone la ricerca delle condizioni della morale. Nell'uomo è presente una legge morale (definita un "fatto della ragione") che comanda come un imperativo categorico, ossia incondizionatamente. 
Questa legge del dovere comanda per la sua forma di legge, come norma che prescrive di obbedire alla ragione, e perciò a differenza della "massima" (la regola di condotta individuale) deve essere universale, principio oggettivo valido per tutti: indica come fine il rispetto della persona umana e afferma l'indipendenza della volontà come pure l'autonomia della ragione. 

"Il dovere per il dovere" indirizza così a quell'ordine morale, "regno dei fini", in cui il valore di un'azione dipende dalla conformità della volontà alla prescrizione della legge morale. 
Postulati della legge sono innanzitutto e fondamentalmente la libertà (se l'uomo non fosse libero non ci sarebbe moralità), l'immortalità dell'anima (perché nel nostro mondo non si realizza mai la piena concordanza della volontà alla legge che rende degni del sommo bene) e l'esistenza di Dio (che fa corrispondere la felicità al merito acquisito). 

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