Blade Runner

Blade Runner è un film di genere azione, fantascienza del 1982, diretto da Ridley Scott, con Harrison Ford e Rutger Hauer. Uscita al cinema il 14 ottobre 1982. Durata 118 minuti. 


Trama

Los Angeles, 2019, in un futuro tecnologico caratterizzato dalla decadenza urbana e sociale il detective Rick Deckard (Harrison Ford), un poliziotto specializzato nella caccia di androidi, viene incaricato di trovare e uccidere 5 replicanti che sono fuggiti da una colonia spaziale e si sono rifugiati sulla Terra. Mentre Deckard è all’inseguimento dei replicanti è attratto da una donna misteriosa (Sean Young) che potrebbe far vacillare le sue certezze.
Blade Runner e la filosofia

La storia di Blade Runner è quella di un testo fisso e mobile, impiantato, come i ricordi dei replicanti protagonisti, nel corpo degli anni ottanta e, allo stesso tempo, risoluto ad assicurarsi una vita più lunga. 

Blade Runner si situa in un inter-tempo definito dagli slittamenti, dalle impurità, dalle sovrapposizioni, dai ritorni; mette in scena la vertigine delle impalcature temporali, spaziali e psichiche. Come le macchine per volare di Leonardo, ha un sembiante archeologico inciso dalle escrescenze di una modernità selvaggia che si attacca alle cose per divorarle o imprigionarle attraverso la sua natura tentacolare.

Persa ogni dimensione utopica, la città del futuro porta all’estremo la ricerca del sublime nelle forme degradate e inquinate di una iper-contemporaneità disumanizzata. Ma gli assi su cui si muove sono quelli antichi delle rappresentazioni mitologiche: l’alto e il basso, il vuoto e il pieno, il dentro e il fuori, l’ordine e il caos, il creatore e le creature, il padrone e gli schiavi, gli originali e le copie, la nascita e la morte, l’essere e gli enti, la luce e il buio. 

Se all’Olimpo degli dei si è sostituito il tempio del nuovo capitalismo, le strade sono diventate caotiche, disordinate e sporche, ciò sembra evocare la nostra idea di Medioevo. Gli uomini abitano tra le rovine, nel più totale vuoto spaziale e affettivo che cercano di riempire con presenze sostitutive: giocattoli parlanti o fotografie di una vita remota.
Tutte le ansie di un essere soggiogato e rinchiuso esplodono infine nel problema dell’identità. Il labirinto intricato della città è anche quello del soggetto disorientato, in preda al caos esistenziale e cognitivo. 

Se nella filosofia di Blade Runner  “il soggetto è per definizione nostalgico”, ovvero è “un soggetto di perdita”, si può dire che nell’economia estetica e concettuale del film la perdita diventi una sorta di vuoto semantico e la nostalgia l’elemento capace di attivare la spettacolarizzazione delle superfici e dei riflessi.
Film sulla nostalgia dell’essere, Blade Runner è diventato, col tempo, esso stesso un oggetto di nostalgia: un corpo vintage, per i suoi replicanti in carne ed ossa e per l’enfasi ancora umanistica di una virtualità che precede l’era del digitale e dell’immateriale.

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